Il Dipartimento di Psicologia è risultato vincitore per il progetto di Terza Missione "EDUCARE I BAMBINI E LE BAMBINE ALLA NEURODIVERSITA'". Il progetto è stato presentato da Matteo Candidi.
Le divergenze neurobiologiche presenti nella popolazione umana, quindi anche tra i banchi di scuola, si esprimono attraverso stili cognitivi, sensoriali, relazionali e comportamentali diversi da quelli che caratterizzano la popolazione tipica, e sono annoverati tra le condizioni più complesse da interpretare e da includere nella società e, più nello specifico, nel gruppo classe. La nostra società “normo-centrica” si fonda su principi impliciti che riconoscono e favoriscono piena partecipazione e valore alle persone conformi alle aspettative sociali, definite “normali”, escludendo di conseguenza tutte le altre.
Questo progetto si propone di fornire agli alunni e alle alunne delle scuole primarie, insieme al corpo docente, strumenti per interpretare la diversità, inclusa la neurodiversità. L'obiettivo è promuoverne la comprensione, il riconoscimento e il rispetto, garantendo dignità a ogni individuo e favorendo una percezione della differenza libera da giudizi di valore. Inoltre, il progetto mira a sostenere l'interiorizzazione del principio di uguaglianza nella differenza.
Per raggiungere tale obiettivo verrà svolto un innovativo percorso formativo per il corpo docente, un percorso laboratoriale in classe ed un'esperienza di visita guidata accessibile al di fuori della scuola, presso i musei Sapienza.
“Educare i bambini e le bambine alla neurodiversità” è un progetto Community-Led in quanto nasce dalla richiesta di Neuropeculiar APS, associazione fondata e diretta da persone neurodivergenti, di collaborare con Sapienza e con gli altri soggetti esterni al fine di migliorare ed estendere la loro esperienza pilota effettuata nel 2022. Il presente progetto intende infatti affinare gli strumenti e le pratiche di educazione alla neurodiversità nelle scuole primarie, tenendo conto dell’intersezionalità con le differenze etnico-culturali e altre identità sociali e implementare un più approfondito monitoraggio del suo impatto sul corpo docente e su tutte le bambine e i bambini di ogni gruppo classe.