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Obiettivi complessivi di sviluppo del dipartimento

 

PACE - Psychological Adaptation to ever Changing Environments

Obiettivo del progetto è stimolare una crescita costante delle capacità del dipartimento di produrre attività di ricerca e di formazione competitiva a livello nazionale e internazionale che contribuisca all'avanzamento socio-economico a livello locale e nazionale. Nello specifico, obiettivo del Dipartimento nei prossimi anni è di perseguire una direzione di ricerca scientifica innovativa volta a scoprire i meccanismi alla base dell'interazione tra l'uomo e un ambiente che cambia a velocità sempre crescente, nei suoi aspetti psicologici, fisiologici e disfunzionali.

CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELLE AREE SCIENTIFICHE DI RIFERIMENTO, ALLA CRESCITA DELLE CONOSCENZE E ALL'IMPATTO SOCIO-ECONOMICO

La prospettiva scientifica è fondata su due punti cardine:

1) integrare, sia a livello teorico che metodologico, livelli di analisi diversi (psicobiologico, neuroscientifico, comportamentale, psico-sociale), coerentemente con quella che la comunità scientifica internazionale indica come la più importante direzione dello sviluppo futuro della Psicologia;

2) individuare domande emergenti provenienti da individui, gruppi, organizzazioni e istituzioni, fornendo risposte basate sull'integrazione di modelli teorici e risultati della ricerca di base e applicata con lo scopo di identificare possibili soluzioni a problematiche rilevanti nella nostra società.

Questa linea di sviluppo scientifico consentirà al Dipartimento di proporsi come centro di riferimento internazionale per lo studio dell'interazione uomo/ambiente e la ideazione di strategie di intervento e prevenzione efficaci nella società.

La mente umana in un contesto caratterizzato da mutamenti radicali, rapidi e inattesi

Il mondo contemporaneo dà la possibilità di perseguire condizioni sempre migliori di benessere, ma costringe anche ad affrontare sfide e problemi sempre più complessi, causati ad esempio dalle peculiarità e dalla rapidità del progresso tecnologico, dall'allungamento dell'aspettativa di vita, dall'evoluzione delle relazioni sociali, dai cambiamenti negli stili di vita che si rendono necessari in conseguenza di crisi (economica, sociale, ecc.) o di eventi naturali catastrofici.
E' unanimemente accettato che l'ambiente sociale e fisico cambia oggi a una velocità maggiore che in qualunque altra epoca storica. Comprendere i meccanismi alla base delle capacità di adattamento del cervello all'ambiente è oggi una delle più importanti e difficili sfide scientifiche per la Psicologia. Accettare questa sfida imporrà la necessità di innovare in modo profondo metodi e modelli teorici in uso nella psicologia sperimentale e applicata, e nelle neuroscienze cognitive.
La comprensione di questi meccanismi consentirà un sostanziale progresso nelle conoscenze di come il cervello e la mente funzionano, e di delineare strategie di intervento e prevenzione, sia a livello individuale che a livello sociale, atte a favorire una interazione uomo/ambiente efficace.
La comunità scientifica internazionale e le Istituzioni politiche (es. l'Unione Europea) hanno riconosciuto queste come le sfide scientifiche del prossimo futuro. L'Italia partecipa alle 10 Iniziative di Programmazione Congiunta (Joint Programming Initiatives) dell'Unione Europea, almeno 6 delle quali hanno per oggetto le strategie più efficaci per affrontare i cambiamenti dell'ambiente. Anche il Programma Horizon 2020 ha tra i suoi scopi quello di individuare risposte alle sfide chiave della società attraverso una ricerca scientifica innovativa.

La necessità di approcci teorici e metodologici adatti alle nuove sfide

Il panorama internazionale delle scienze psicologiche e delle neuroscienze all'interno del quale si colloca la ricerca del Dipartimento attraversa da alcuni anni una fase molto critica, che secondo molti richiede un ripensamento dei contenuti teorici, delle prospettive di ricerca, delle metodologie, e anche dell'organizzazione della ricerca.
Tra i problemi comuni a molte delle discipline scientifiche non STEM, incluse la psicologia e le neuroscienze, sono particolarmente importanti:
-la scarsa replicabilità dei risultati, in parte dovuta alla indeterminatezza dei costrutti;

-la frammentazione dei metodi e delle teorie che ostacola spiegazioni scientifiche di fenomeni nella loro complessità;
-la tendenza ad adottare una epistemologia neo-positivista, che, con il suo approccio confermativo, favorisce la moltiplicazione di dati empirici la cui interpretazione teorica è spesso minimale e solo giustapposta, e quindi con scarsa validità euristica.

Il presente progetto supera i limiti attuali dati dalla frammentarietà e dal riduzionismo della ricerca attraverso l'integrazione di competenze e prospettive di analisi diverse (psicobiologica, neuroscientifica, comportamentale). Questa direzione innovativa è in linea con gli attuali orientamenti delle politiche internazionali per favorire l'avanzamento delle conoscenze e affrontare le maggiori sfide della società, come indicato dalle iniziative di Programmazione Congiunta dell'Area Europea della Ricerca e dalle linee guida emerse dallo Standing Committee for the Social Sciences della European Science Foundation (2012). Il Dipartimento può offrire un contributo innovativo grazie alla presenza di ricercatori che studiano il comportamento ai diversi livelli di indagine, e in condizioni tipiche (es. di interazione con le tecnologie, di relazione) e atipiche (es. patologiche, in ambienti estremi) con metodologie sperimentali e statistiche complementari. Il progetto intende quindi contribuire alla comprensione del comportamento umano e all'individuazione di soluzioni efficaci in diversi contesti attraverso ricerche che prevedono l'integrazione sistematica di metodi, modelli teorici, procedure a diversi livelli di analisi, e il trasferimento delle conoscenze di base ad ambiti applicativi di particolare rilevanza per l'individuo, il gruppo e la società.

Il Dipartimento come sistema di trasferimento delle conoscenze

Secondo l'International Standard Classification of Occupation: "Gli Psicologi studiano i processi mentali e il comportamento [...] e utilizzano le conoscenze ottenute per promuovere l'adattamento e lo sviluppo personale, sociale, educativo e occupazionale". La Psicologia è una scienza e le prassi di intervento dovrebbero essere derivate e valutate sulla base di dati scientifici, cioè essere evidence-based'. Sotto l'egida del National Institute of Mental Health statunitense è stato proposto un nuovo framework di ricerca (Research Domain Criteria - RDoC) che ha l'obiettivo di studiare i disturbi mentali proponendo un modello basato su "dimensioni/costrutti" piuttosto che su "sintomi", superando, ad esempio, i limiti della classificazione del DSM 5. Il RDoC framework è basato su "costrutti psicologici" rilevanti per il comportamento umano (normale e patologico), da studiare, in modo integrato, a livelli molto diversi (es. dai questionari strutturati alle molecole e i geni).

Come descritto in precedenza, tra i punti di forza del Dipartimento di Psicologia ci sono le conoscenze, le competenze e gli strumenti necessari ad affrontare la ricerca a tutti i livelli di analisi identificati dal modello RDoC. Quindi la realizzazione di una strategia che permetta di integrare queste competenze, conoscenze e strumenti in una ricerca finalizzata permetterebbe al dipartimento di utilizzare al meglio la più innovativa ricerca applicata, senza trascurare la produzione di risultati di rilievo nell'avanzamento delle conoscenze scientifiche di base.

In conclusione, questo progetto mira innanzitutto a elevare l'eccellenza nella ricerca e nella didattica attraverso i valori della multidisciplinarietà e dell'integrazione tra approcci metodologici e teorici differenti. Inoltre, è finalizzato a favorire il trasferimento delle conoscenze, come anche un maggiore impatto socio-economico delle attività del Dipartimento sviluppando soluzioni scientificamente fondate per la persona, i gruppi e la società.